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Tutela ambientale


Adriatic LNG opera nel pieno rispetto e tutela dell’ambiente. L’obiettivo di salvaguardare l’ecosistema circostante rappresenta da sempre una priorità. Il terminale ha ottenuto quattro diverse Valutazioni d’Impatto Ambientale (VIA) e, nel gennaio 2009, l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), rinnovata nell’ottobre 2016 e nel febbraio 2022.

Nel complesso, gli esiti delle campagne di monitoraggio hanno evidenziato l’assenza di impatti significativi riconducibili alle strutture e all’esercizio del terminale.
 

Il Decreto AIA - cui l’attività del terminale è sottoposta - stabilisce parametri ambientali per l’emissione in atmosfera dei gas di scarico delle turbine utilizzate per la produzione di energia elettrica. In osservanza di ciò, sono eseguiti rigorosi controlli delle emissioni in atmosfera direttamente ai camini delle turbine a gas utilizzate per la produzione di energia elettrica.

È stato definito un estensivo piano di monitoraggio per l’ambiente marino costiero dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica), condiviso con l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV).

In ottemperanza alle prescrizioni dei Decreti per la Valutazione di Impatto Ambientale, sono state installate nel 2010 delle barriere di ripopolamento ittico in prossimità del terminale, a circa 30 metri di profondità. Le barriere svolgono la funzione di opera di compensazione per assicurare il massimo insediamento di flora e fauna.

La realizzazione del metanodotto che collega il terminale Adriatic LNG alla terraferma è avvenuta nel pieno rispetto della salvaguardia delle zone lagunari e delle abitudini di vita degli uccelli migratori di passaggio sul Po. Inoltre per tutelare le aree più sensibili:

  • sono state utilizzate tecniche innovative, come la trivellazione orizzontale controllata;
  • sono state installate barriere temporanee per ridurre l’inquinamento acustico e la torbidità dell’acqua;
  • sono stati messi in atto interventi di ripristino per la rivegetazione delle aree più impattate, che hanno già dato esiti positivi con la rifioritura di specie arboree locali precedentemente scomparse.