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GNL: uno sguardo sulle prospettive future

La produzione di GNL è arrivata nel 2018 a toccare i 316 milioni di tonnellate, con un tasso di crescita del 9,6% rispetto al 2017. Un’espansione notevole sul mercato che, stando alle proiezioni, potrebbe accelerare ancora: la produzione di GNL dovrebbe arrivare così a toccare i 361 milioni di tonnellate nel 2019, con un incremento del 14% rispetto ai dati del 2018, e quasi 400 milioni di tonnellate nel 2020 e cioè circa il 26% in più rispetto ad oggi.

Alla base dei numeri del 2018 c’è sicuramente l’effetto positivo della maggiore capacità di liquefazione che si sta realizzando a livello globale, congiuntamente al vantaggio che il GNL offre nell’essere facilmente trasportabile anche a grandi distanze. In altre parole: più fornitori, più flessibilità, più mercato. Il che è una caratteristica di non poco valore, se si considera che nel prossimo futuro il gas naturale avrà un ruolo di primo piano per la transizione energetica verso le rinnovabili.

L’Asia orientale si è confermata nel 2018 il principale consumatore di GNL, con un leggero calo della domanda del Giappone e un netto aumento della domanda della Corea del Sud (17%). Ma a trainare davvero la crescita della domanda di gas liquido è stata la Cina. Il colosso asiatico ha infatti importato 54 milioni di tonnellate di GNL (+42% rispetto al 2017), parte di una politica del Governo incentrata sul miglioramento del sistema gas nazionale e la decarbonizzazione.

Anche la domanda europea di GNL è aumentata nel corso del 2018, raggiungendo i 43 milioni di tonnellate (+4 milioni di tonnellate rispetto al 2017, circa il 10%), ed è probabile che questa tendenza continui nel 2019. Già da tempo, del resto, la Commissione Europea ha ben chiare le potenzialità del gas nello sviluppo energetico dell’Unione.

A presentarci questo scenario sono i dati del rapporto 2018 LNG Year in Review di ICIS (Independent Chemical Information Service), uno dei maggiori analisti del mercato dell’energia.

L’Italia, da parte sua, pur avendo diminuito la quantità complessiva di gas importato a 67 miliardi di metri cubi (-2,6 miliardi di metri cubi rispetto al 2017, dati Snam Rete Gas e MISE) continua a crescere nelle importazioni di GNL: un aumento dovuto principalmente all’implementazione delle aste per la rigassificazione introdotte ad aprile 2018.

Del totale del gas importato, circa il 10% (~6,7 miliardi di metri cubi) è passato dal rigassificatore Adriatic LNG, che si conferma un’infrastruttura chiave per l’approvvigionamento del gas.

Per quanto riguarda l’offerta, il 2018 ha visto emergere due attori che continueranno probabilmente a crescere nel 2019. Uno è l’Australia; l’altro gli Stati Uniti, che potrebbero arrivare entro il 2020 a controllare il 16% dell’offerta globale di GNL e diventare un fornitore sempre più importante per l’Europa.